Natale. Cosa dire di più? Impossibile superare i classici “quando arriva, arriva…” o “a Natale puoi…”. Ma l’invito è a non limitare il Natale a un semplice slogan, bensì a vederlo come l’inizio di qualcosa di speciale. Il nostro augurio è che ognuno di voi, partendo dal proprio Natale reale o immaginato, ci racconti brevemente com’è, lasciandoci in attesa di scoprire come sarà.
NATALI DIFFICILI
«Attenzione: fragile». È l’avviso che dovrebbe apparire su ogni biglietto e pacco regalo. Per ricordarci una semplice verità: per molti il Natale è cosa da maneggiare con cura, perché amplifica il meglio e il peggio delle nostre vite. Gioie ma anche solitudini e difficoltà. Per fortuna la magia sta nei dettagli – un profumo che viene dalla cucina, una nevicata. E, per fortuna, se non si può tornare indietro e cambiare un inizio, si può iniziare da capo e provare a cambiare il finale.
Ginevra aveva scoperto che nella calza c’era un mandarino, raro in quel periodo. Fuori, il freddo e la neve. Si avvicinò ai vetri tenendo in mano la buccia a spirale del frutto, mentre guardava fuori dalla finestra appannata e la nonna cucinava la minestra, il cui odore era reso più acre dalla scorza.
Chiara Scipioni
«Irene, Irene, veni, sta nevicannu».
Irene arrivò di corsa: «Aunnè sta nivi, fammilla avvidiri».
La ragazza guardò fuori, la sterminata distesa di baracche che aveva preso il posto dell’amata Messina. Le note di una zampogna addolcivano l’aria. Per un attimo, la furia della terra che trema e distrugge sembrò un ricordò lontano, quasi irreale.
«Che bello… pari un presepio», disse Irene.
Mario Falcone
Alla luce fioca delle candele, la carta vecchia del pacchetto si sgretolava tra le sue mani. Il bambino scambiò uno sguardo interrogativo coi genitori.
«Aprilo, è il tuo regalo di Natale!».
Fuori, la città buia e silente.
Negli occhi del piccolo saettò una strana espressione: «Non riesco…».
E il padre lo ripose per l’anno incerto a venire.
Gian Corrado Stucchi
Solo il silenzio. Non c’erano voci a parte un canto di Natale proveniente dalla strada. In me c’era un triste vuoto. Ed ero solo. Le labbra cucite dalla vergogna, gli occhi in un buio spezzato dalle luminarie. Il silenzio, il buio, ero solo.
Avevo perso tutto, ero stato io. Era Natale e faceva male.
Simone Di Maggio
Immobile, dietro l’albero di Natale, la capra mi fissava con occhi giallastri presi a prestito da Satana. Picchiettava uno zoccolo fesso sul parquet lasciandovi piccole incisioni curve. Mi guardai intorno, ma non capii da dove fosse entrata. Era notte. Era il mio primo Natale dopo il divorzio. Ero solo, così le diedi un nome. La chiamai Bertha.
Carlo Motzo
A un certo punto io non lo so se sono d’accordo con questa vita qui. Non che ce ne siano altre più allettanti. Ma questa qui proprio mi innervosisce, mi urta e mi snerva. Poi sembra non fare schifo quando immagini le vite di chi ti passa accanto in una sera di dicembre in cui tutte le luci sembrano essere più accese del dovuto. In cui il rosso tende al bordeaux e la gente sorridente non è poi così sorridente. Le luci mi danno fastidio, con gli occhi lucidi per il gelo, e se le guardo vedo tutto sfocato peggio di quando scopri di essere miope ma non lo dici a nessuno.
Cecilia Antonia Dambrosio
NATALI SOCIAL
Se chiedessimo a un alieno cos’ha capito del Natale, quello non parlerebbe di stelle comete, non menzionerebbe Gesù. In alienese direbbe che per noi terrestri il Natale è un set fotografico. In reiterate repliche domestiche di spot canterini, disponiamo i nostri attrezzi di scena – alberi, addobbi, presepi, tavolate, nonni, bambini, cani – con gran cura registica. Una foto su Instagram val bene un maglione con le renne. Social Life o Still Life?
Narrano i siti che basti un gesto coreutico per districare il garbuglio delle lucine di Natale. Una specie di abracadabra, un colpo combinato disposto di spalle e di reni. Come una danza: con le braccia in alto, come se avessi già vinto. Così narrano i siti. E pretendono anche che sia una metafora.
Cristiana Lardo
Repleto era compiuto. Una vera bulimia di palle sotto cui centinaia di led emanavano il loro bagliore di luce colorata e intermittente. Lei lo guardava esausta e compiaciuta, già pronta a scattare una mitragliata di foto per dare inizio alla guerra social anno 2023 per il più bell’albero di Natale.
Angela Perseo
L’annuncio rimbomba sui social: «Babbo Natale va in pensione». Santa, in diretta Instagram, si ritira dal business delle consegne regalo. Il Polo Nord è in subbuglio mentre le renne commentano con emoticon sconvolte e gli elfi postano selfie nostalgici con il mitico capo barbuto. Ma chi sarà il nuovo volto delle festività? Il countdown per il successore è iniziato. Il Natale si prepara a un rebranding sorprendente.
🎅✨ #SantaRetires #NextGenXmas
Carmela Lucamante
NATALI MISTERY
E se trovaste un cadavere sotto l’albero?
E se l’arma del delitto fosse il coltello per il panettone?
E se immaginare mondi, avventure ed evasioni a Natale fosse più facile? O forse necessario? Dall’atmosfera conviviale alle fantasie più audaci, il passo è breve. Un motivo ci sarà…
La neve cadeva fitta. Nonostante fosse la notte di Natale l’ispettore Zeri, dalla finestra del suo ufficio, scrutava un punto indefinito del cortile. Stava aspettando. Il telefono squillò. Una voce camuffata sussurrò: «Il regalo sotto l’albero è un indizio. Trova il filo rosso e scoprirai la verità».
Armando Maria Bonato
Non nevicava, il buio era sceso alle ore 17. Il Sovrintendente aveva convocato i cercatori a quell’ora, prima della cena di Natale a base di polpette di riso, dopo aver acceso le luminarie all’entrata della biblioteca e, in bagno, pensato agli antenati. Trovò i tre cacciatori di libri nella stanza segreta; ciascuno di loro, con gli occhi luccicanti, posò sul tavolo una mela. «Mi aspetto di più, è Natale», disse il Sovrintendente.
Rosario Casalone
C’è qualcosa di peggio che lavorare la vigilia di Natale?
Certo. Lavorare la vigilia di Natale per una paga da fame. Ma sapete cosa batte ogni record? Fuggire da un lavoro mal pagato, prima di ricevere la paga, perché… ecco, ci è scappato il morto. Io mi chiamo Eva Leone e questa è la mia storia.
Fulvia Basile
NATALI NELLA TESTA
Natale o no, la vita ci rincorre sempre, assorti, diretti a qualche appuntamento, realizzazione, luoghi fisici o mentali: impegni, denaro, o anche solo sogni, ognuno in fondo perso dentro i Natali suoi…
L’uomo procedeva per le strade, piene di negozi addobbati. Osservava i passanti, le luci e i colori del Natale in arrivo, i fast food e i fornai. Il degrado era ovunque, ma al contempo tutto era curato e in regola. Nessuno avrebbe turbato il suo animo, in quanto possedeva trenta milioni di euro.
Claudio Serafin
Le luci, l’odore di vin brulè, le casette in legno dei mercatini, le persone che passeggiano nell’aria gelida del Natale. Immagina, seduta sul suo divano. Non le importa di essere lì. Le basta viverli nella sua testa. Viverli?
Francesca Collarile
Dal tepore dell’aria, si sarebbe detto che non il Natale ma la primavera era alle porte. Invece le strade, i balconi erano già addobbati e quel tepore stonava con i Babbi Natale appesi ai cornicioni. Che giorno fosse, lo sapeva Lucia, che nello spiazzale della facoltà aspettava di discutere la tesi.
Stefania Miglio
Andy, zoppicando, sta caricando nel baule i sacchi della spesa. Un signore si avvicina, gli chiede se vuole una mano. Il parcheggio è illuminato a giorno, con tutte quelle luci di Natale. Guarda che bella calotta cranica, pensa Andy. Sotto al berretto la testa gli pulsa. Letteralmente. Gli sorride.
M. Adam
NATALI AL PASSATO
Si vive in avanti, si impara guardando indietro. Sarà vero? Chissà, certo è che a volte il passato ci attrae più del futuro, specie durante le Feste. Come se il calore del Natale avessimo bisogno di rappresentarcelo attraverso la memoria. E allora è rievocare che rende più accessibile il presente.
Se a oggi, all’età di trentun anni, mi chiedessero che cos’è per me il Natale, risponderei che è il “periodo delle mancanze”. Ma è anche il periodo in cui tieni più stretto a te tutto quello che ti è rimasto. È una presa di coscienza, in sostanza.
E da piccola invece? Be’, da piccola era tutt’altra storia.
Samantha Calligaris
Nella mia lapide è scritto: «Nato la notte di Natale del 1896. Caduto col suo aereo trovando una morte eroica il 5 ottobre del 1920».
Al momento non è importante la mia attuale condizione. Vorrei però scoprire come sono arrivato qua.
Antonella Borgini
In casa Ferrari c’era sempre un albero di Natale per il piccolo Dino. Ma nello studio del Drake non c’era posto per quell’albero con la pigna verde. Sulla scrivania solo disegni di alberi a camme. Il rombo della Rossa con alla guida il Taruffi doveva stupire il pubblico assiepato sulle strade della Mille Miglia…
Giuseppe Alibrandi
Nelle feste dell’Antica Roma come i Saturnali non di rado il padrone serve il suo schiavo.
Il Natalis Solis, festa del 25 dicembre, dopo la Conversione di Costantino cambia nome in Natalis Christi. Il gesto del padrone e dell’imperatore fa da genesi all’Avvento del Natale di Cristo…
Carlo Serra
NATALI DA FIABA
Storie e idee sono infinite… ma l’habitus natalizio per eccellenza è quello della fiaba. C’è chi il Natale lo porta scritto nel suo nome e chi, come raccomandava Dickens, lo tiene con sé tutto l’anno, correndo tra i fili d’erba o su e giù per le segrete gallerie di meravigliosi Palazzi…
Che palle l’albero!
Intendevo le mie palle sull’albero, quelle ornamentali naturalmente, sono bellissime.
Mi chiamo Pino Abete, sarà per il mio nome e cognome che adoro il Natale sin da piccolo? O da quando ho conosciuto un esercito di Babbo Natale?
Ricordo benissimo quei giorni…
Pietro Moros
Cioccolato e marzapane. Ne riconosco il profumo. Mi avvolge ovunque. Dolce e speziato mi solletica il naso invitandomi a raggiungerlo. La casetta è pronta! Come ogni anno, quando il buio arriva presto. Quando fuori gela. Quando correre tra i fili d’erba e i fiori di Tarassaco diventa pericoloso e mi viene proibito. Quando mia madre chiude tutte le entrate per evitare che il freddo si diverta a correre su e giù per le segrete gallerie di Palazzo.
Costanza Pintori
NATALI ROMANTICI
Chercez la femme. Anche a Natale, e perché no… Anzi, una passeggiata in centro, una via illuminata a festa, sono la cornice ideale per una romcomedy che attende solo di essere vissuta. Si raccomanda di ripassare i fondamentali: Serendipity e Love Actually sono on demand su qualunque piattaforma.
Campanellini. Un fragoroso suono di campanellini. La signora appena uscita, quella con il cappotto beige. È rimasta incastrata nella porta, un pacco dentro, un pacco fuori, uno scampanellio che non finiva mai. La vedo accennare un mezzo sorriso e poi immettersi nella folla che dissemina di passi il marciapiede.
Enrico Bistazzoni
Quando l’ho vista la prima volta il suo sguardo mi ha rapito. Lei fissava i miei occhi, io i suoi. Poi l’ho rivista a passeggio con i suoi due piccoli prima che loro raccogliessero altri destini. Ora esce dal suo spazio, sola. L’ho rivista, ha lo stesso sguardo.
Vigilia di Natale.
Tea è a casa mia.
Armando Bonato Casolaro
NATALI DA STAR
Che poi, diciamolo, le vere star del Natale sono loro: elfi, gnomi, renne e, naturalmente, il vecchio Santa Claus. Creature magiche, sempre felici, pronte a portar gioia a chiunque… Ma anche no! Che ne sappiamo noi dei problemi esistenziali di un elfo? Delle tasse che Babbo Natale ha da pagare? Proviamo a immaginare…
È la sera della Vigilia e la palestra della scuola dove si riunisce il gruppo di sostegno è semivuota.
I suoi passi, appesantiti dai neri stivali, rimbombano nella sala. La sedia su cui si lascia cadere scricchiola sotto il suo peso. Si toglie la giacca rossa, si accarezza la barba bianca e si alza in piedi: «Ciao a tutti, sono Babbo Natale e non credo più a me stesso».
Federica Buonocore
Per sentirmi meglio, guardo chi sta peggio. È così dalla crisi economica. Non che prima navigassimo in acque sicure. Io e Giulia scroccavamo spesso dagli amici; piccole cose, nulla di deplorevole. Ma chi può stare peggio di un elfo quarantenne – troppo smunto come Babbo Natale – la salopette giallo limone e i baffi anneriti dal tabacco?
Piero Balzoni
NATALI POETICI
Chi del poeta ha il pensiero, prima ancora della penna, trova a Natale pane per i suoi denti. Pochi versi, una fuga per un altrove incantato, il regalo più bello. E potete riciclarlo tutte le volte che volete.
Già splende il tuo presepe
e la notte respira la sua luce,
che tenebra nessuna offuschi mai
e d’incessante fede possa splendere
Mina Pino
Camminava per le vie colorate della città, con una leggerezza che solo il Natale le sapeva dare. Un suono di campanellini e profumo di cannella la fecero entrare in un negozio, dal quale Sara uscì catapultata su una grande spiaggia di chissà quale mondo…
Barbara Giannetti
𓍯𓂃 Sarà perché di questi tempi una bella terapia di gruppo non si nega a nessuno, il più votato dalla redazione è risultato l’incipit inviato da Federica Buonocore: il vecchio babbo Natale che si accascia sulla sedia in preda a crisi di identità sarà un po’ meno magico, ma quanto più vicino…
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